OPEN SPACE - Blog di risorse didattiche di Marcella Vico
BENVENUTI NEL MIO BLOG! Sono una docente di Lingua Inglese, di Italiano per stranieri e di Sostegno. Nel blog troverete risorse didattiche su attività da proporre in classe, idee, suggerimenti, riflessioni ed informazioni che sia in Italiano che in Lingua Inglese. Il blog è collegato alla pagina facebook di OPEN SPACE - Risorse didattiche di Marcella Vico che vi invito a visitare. Questo è il link: https://www.facebook.com/marcellavicoopenspace
lunedì 28 ottobre 2019
Conoscete le "Book Boats"? Le Book Boats, letteralmente le navi del libro, sono molto diffuse in America, sia nelle scuole dell'infanzia che nelle scuole primarie. Sono dei contenitori di plastica di vari colori che vengono rivestiti all'interno con gomma piuma o cuscini. Questi contenitori consentono ai bambini di godere di momenti di relax in cui possono immergersi nella lettura di un libro isolandosi dal resto della classe. Normalmente ce ne sono un piccolo numero per classe e vengono assegnati dagli insegnanti un po' a rotazione per incentivare i bambini alla lettura. Si può decidere di concederli come premio oppure per impegnare un piccolo gruppo di alunni che ha terminato i compiti assegnati prima del tempo o ancora a qualche bambino che ha bisogno di staccare la spina per un po'.
In Italia le nostre aule sono, ahimè, spesso anguste e non hanno molto spazio per ospitare un angolo della lettura ma sarebbe bello se si riuscisse a ritagliare dall'aula un piccolo angolino con almeno due o tre book boats.
#Scuola #Perchéavoltebastapoco😊🙃
BULLISMO: Il monologo di Paola Coltellesi
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia! ho 6 anni e oggi è il mio primo giorno di scuola! ho conosciuto subito la popolazione degli unni: sono i miei compagni di classe! nel giro di tre minuti abbiamo urlato a squarciagola la lettera e.
eeeeeeeehhh!!!!!!
Giochiamo a buttasse de sotto dalla finestra? (io mi so buttato loro no)
Giochiamo a buttasse de sotto dalla finestra? (io mi so buttato loro no)
- eeeeeeeehhh!!!!!!
Giochiamo ad ammazzare gli zombi e le femmine fanno gli zombi?
Giochiamo ad ammazzare gli zombi e le femmine fanno gli zombi?
eeeeeeeehhh!!!!!!
Poi ho preso 3 ceffoni, 6 sgambetti e 1 cazzottone in testa, è per questo che mi sono ritrovato al primo banco. andrea rozzi, un compagnuccio scalmanato, mi ha subito ribattezzato “bersaglio mobile” e la mia schiena è diventata il campo di atterraggio di aerei di carta, bucce di banana e matite spezzate… (ride) mi tirano addosso di tutto! all’ultima ora mi è arrivato in testa pure un compasso! e’ un giorno che non dimenticherò mai… la mia prima cicatrice in fronte!
Poi ho preso 3 ceffoni, 6 sgambetti e 1 cazzottone in testa, è per questo che mi sono ritrovato al primo banco. andrea rozzi, un compagnuccio scalmanato, mi ha subito ribattezzato “bersaglio mobile” e la mia schiena è diventata il campo di atterraggio di aerei di carta, bucce di banana e matite spezzate… (ride) mi tirano addosso di tutto! all’ultima ora mi è arrivato in testa pure un compasso! e’ un giorno che non dimenticherò mai… la mia prima cicatrice in fronte!
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. i miei compagnucci nel corso degli anni hanno declinato il mio nome per scherzo in ogni modo: “giancappio, giancavolo, giancacca e giancojòne.
Poi si sono sbizzarriti anche col cognome che ha ispirato una canzoncina mitica che mi cantano sempre a ricreazione: “Catino cretino, sei un quattrocchi e c’hai il pisellino”
Poi si sono sbizzarriti anche col cognome che ha ispirato una canzoncina mitica che mi cantano sempre a ricreazione: “Catino cretino, sei un quattrocchi e c’hai il pisellino”
Che spasso! Andrea Rozzi per farmi uno scherzo ha sparso la voce che avevo i pidocchi, che matto! oh, ci credete che da allora nessuno mi ha più invitato a una festa? adesso oltre a quattrocchi mi chiamano pure pidocchioso! mio cugino luca che fa la quinta, a ricreazione l’ha sentiti e dice che non dovrebbero chiamarmi così… io li lascio fare perché penso che prima o poi smetteranno.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. ho 11 anni e sto alle medie! pure i nuovi compagni di scuola sono una banda di buontemponi! sono stato fortunato perché in classe mia ho trovato anche anche andrea rozzi cioè così almeno conosco qualcuno! sono andato un po’ su di peso e così hanno cominciato a chiamarmi con dei nuovi simpatici appellativi: suppli’, bombolone, strofinaccio, cicciottone/ carta da parati, quattrocchi e zinnacchione/ puzza di piedi, cacone, calcinaccio/ sterco, pippa, sega, cicciabomba, palla e straccio.
Non è che mi fa piacere ma pazienza, se penso che rinaldi lo chiamano vomito, a me è andata di lusso. l’altro giorno mi hanno buttato dentro a un cassonetto della mondezza! sono riuscito fuori tutto sporco de sugo e avanzi. mio cugino luca che è in terza mi ha visto, io per la vergogna mi sono accucciato nel cassonetto e tutti hanno riso. come ci torno a scuola domani…
Certe sere mi affaccio dalla finestra e mi chiedo come sarebbe volare via e sparire per sempre…. di sicuro non mi chiamerebbero più sterco…
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. ho 14 anni e ho iniziato il liceo scientifico. in classe mia ci sono due gruppi…. e poi ci sto io.ho capito che la cosa migliore è parlare il meno possibile così non mi vedono. invece che palle non è servito a niente: mi hanno avvolto nel nastro adesivo, mi hanno bruciato i jeans con l’accendino e mi hanno disegnato un pene sulla fronte col pennarello indelebile. a causa di questo ultimo avvenimento a casa mia si sono accorti di quello che mi fanno a scuola . mia madre ha fatto un sacco di storie. poi mi hanno costretto a parlare con la psicologa. perchè in quel video su you tube non facevo bella figura. la verità è che mi vergognavo a parlare con i miei… la verità è che vorrei essere diverso… stamattina sono entrato nella palestra di scuola mia e ho puntato il più carogna dei miei compagni. l’ho guardato fisso negli occhi e ho pensato che volevo sconfiggerlo.
Così l’ho abbracciato… e ho vinto io.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.
GUERRIERO – TESTO
E levo questa spada alta verso il cielo
giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
solo sulla cima attenderò i predoni
arriveranno in molti e solcheranno i mari
giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
solo sulla cima attenderò i predoni
arriveranno in molti e solcheranno i mari
Oltre queste mure troverò la gioia
o forse la mia fine comunque sarà gloria
e non lotterò mai per un compenso
lotto per amore lotterò per questo
o forse la mia fine comunque sarà gloria
e non lotterò mai per un compenso
lotto per amore lotterò per questo
Io sono un guerriero veglio quando è notte
ti difenderò da incubi e tristezze
ti riparerò da inganni e maldicenze
e ti abbraccerò per darti forza sempre
ti difenderò da incubi e tristezze
ti riparerò da inganni e maldicenze
e ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
per vedere il mondo oltre quelle alture
non temere nulla io sarò al tuo fianco
con il mio mantello asciugherò il tuo pianto
per vedere il mondo oltre quelle alture
non temere nulla io sarò al tuo fianco
con il mio mantello asciugherò il tuo pianto
E amore mio grande amore che mi credi
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
E amore mio grande amore che mi credi
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
Non temere il drago fermerò il suo fuoco
niente può colpirti dietro questo scudo
lotterò con forza contro tutto il male
e quando cadrò tu non disperare
niente può colpirti dietro questo scudo
lotterò con forza contro tutto il male
e quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò
Io sono un guerriero e troverò le forze
lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre
ti darò riparo contro le tempeste
e ti terrò per mano per scaldarti sempre
lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre
ti darò riparo contro le tempeste
e ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
e attenderò con te la fine dell’inverno
dalla notte al giorno da occidente a oriente
io sarò con te e sarò il tuo guerriero
e attenderò con te la fine dell’inverno
dalla notte al giorno da occidente a oriente
io sarò con te e sarò il tuo guerriero
E amore mio grande amore che mi credi
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
E amore mio grande amore che mi credi
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
e resterò al tuo fianco fino a che vorrai
ti difenderò da tutto non temere mai
Ci saranno luci accese di speranze
e ti abbraccerò per darti forza sempre
e ti abbraccerò per darti forza sempre
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
veglio su di te io sono il tuo guerriero
veglio su di te io sono il tuo guerriero
mercoledì 1 maggio 2019
Per far memorizzare la biografia di un personaggio, far comprendere un avvenimento storico o ripassare delle strutture grammaticali io utilizzo un'attività inclusiva e versatile che è diventata, negli anni, uno dei miei cavalli di battaglia. Per realizzarla occorre stampare un testo (della lunghezza di una pagina) che abbia anche, nella pagina successiva, delle domande di comprensione. Se non avete il testo in PDF basterà fotocopiare le pagine da un libro. Poi bisogna suddividere il testo e ritagliarlo in 2 o 3 parti. Anche le domande di comprensione possono essere suddivise in 2 o 3 parti oppure possono essere lasciate così come sono in un foglio unico (dipende dalla composizione della classe e da qual è il vostro obiettivo principale).
L'attività si divide in 3 fasi e si lavora a coppie o a gruppi di 3 alunni.
- Nella prima fase si consegna agli alunni un foglietto con una parte del testo (diversa per ciascun componente del gruppo). Ognuno di loro lo legge in silenzio e prova a memorizzarlo.
- Nella seconda fase si ritirano i foglietti e ciascuno racconta all'altro quello che ha letto.
- Nella terza fase si consegnano agli alunni i foglietti con le domande relative a tutto il testo.
Nella foto che vedete l'attività si è svolta IN INGLESE e aveva come argomento la vita di Malala Yousafzai. Gli studenti hanno lavorato in gruppi di 3 persone. Il foglio della comprensione del testo era unico e l'ho consegnato all'alunno scelto come riferimento per ogni gruppo (trattandosi di una classe con un'alta percentuale di BES ho preferito che ci fosse un alunno "leader" che tenesse le fila del lavoro e che svolgesse il ruolo di 'facilitatore" per gli altri due compagni).
I ragazzi si sono divertiti, hanno interagito anche con compagni con cui normalmente non parlano e hanno memorizzato il testo senza quasi accorgersene. A casa basterà solo un ripasso. #Perchéavoltebastapoco😊🙃
L'attività si divide in 3 fasi e si lavora a coppie o a gruppi di 3 alunni.
- Nella prima fase si consegna agli alunni un foglietto con una parte del testo (diversa per ciascun componente del gruppo). Ognuno di loro lo legge in silenzio e prova a memorizzarlo.
- Nella seconda fase si ritirano i foglietti e ciascuno racconta all'altro quello che ha letto.
- Nella terza fase si consegnano agli alunni i foglietti con le domande relative a tutto il testo.
Nella foto che vedete l'attività si è svolta IN INGLESE e aveva come argomento la vita di Malala Yousafzai. Gli studenti hanno lavorato in gruppi di 3 persone. Il foglio della comprensione del testo era unico e l'ho consegnato all'alunno scelto come riferimento per ogni gruppo (trattandosi di una classe con un'alta percentuale di BES ho preferito che ci fosse un alunno "leader" che tenesse le fila del lavoro e che svolgesse il ruolo di 'facilitatore" per gli altri due compagni).
I ragazzi si sono divertiti, hanno interagito anche con compagni con cui normalmente non parlano e hanno memorizzato il testo senza quasi accorgersene. A casa basterà solo un ripasso. #Perchéavoltebastapoco😊🙃
Avete mai provato a fare un ripasso linguistico con dei video... senza audio? Può sembrare un controsenso, un ossimoro ma non lo è. In realtà è una modalità che viene spesso utilizzata per il rinforzo linguistico, per ripassare alcune strutture grammaticali, per esercitarsi nel fare riassunti o migliorare la capacità di sintesi, ecc.., e che è adatta a studenti dalla scuola primaria in su. Come funziona? Durante l'attività faccio vedere ai miei alunni dei brevi video senza il sonoro, poi somministro loro dei questionari con delle domande inerenti ai video che hanno appena visto (descrizione della storia con inizio, svolgimento e conclusione, dei protagonisti, dei loro stati d'animo, riflessioni sugli accadimenti, ecc.). I video possono essere di vario genere ma sempre di breve durata e di facile comprensione. Per esempio io ho scelto dei video tratti dal sito della Loescher (https://www.loescher.it/), delle canzoni famose e delle Candid camera tratte dal sito Adgblog (www.adgblog.it) oppure direttamente trovati su Youtube. E, a richiesta, ho fatto utilizzare il dizionario (utilissimo strumento ma che ahimè molti dei nostri studenti non sanno usare). I miei alunni hanno lavorato con entusiasmo e si sono divertiti. #Perchéavoltebastapoco😊🙃
Per ripassare i verbi in INGLESE vi propongo un'attività a piu livelli di difficoltà. Si divide la classe in 4 o 5 squadre e a ciascuna squadra si consegna un dado e questo tabellone, meglio se a colori e plastificato (così potrete riutilizzarlo ed in più darà l'idea di un vero e proprio gioco da tavola). Sì può partire dal coniugare i verbi alla terza persona del presente fino a coniugare i verbi al passato (sono tutti verbi irregolari) e a comporre delle frasi. Le immagini che trovate sopra ciascun verbo aiuteranno nella comprensione. Per questo si può utilizzare questo board game anche con alunni piu piccoli, dal quinto anno della primaria in su. Utile anche come semplice chart per presentare i verbi irregolari.
Da: Pinterest
martedì 11 dicembre 2018
lunedì 12 novembre 2018
sabato 20 ottobre 2018
La CLASSE CAPOVOLTA o FLIPPED CLASSROOM: questo è il mio video per spiegare, in maniera semplice, a studenti e genitori in cosa consiste. Capovolgere la didattica ovviamente non è soltanto questo ma implica un cambio di prospettiva e di impostazione di tutta la didattica. Tuttavia quello che vedete nel video è comunque una base da cui partire.
venerdì 19 ottobre 2018
giovedì 18 ottobre 2018
Per ripassare il lessico in inglese in maniera più efficace e divertente si possono usare i puzzle, i jigshaw, i word search tutte attività che gli alunni fanno volentieri e che possono svolgere individualmente o in coppia. Io utilizzo molto i word search, cioè la ricerca di parole su un tema definito. Di seguito a questo link troverete la mia raccolta per la scuola secondaria che potrete scaricare e stampare gratuitamente:
https://drive.google.com/folderview?id=1nIAnAiplZxF54cAiNkF9pQeR7B16hHcg
https://drive.google.com/folderview?id=1nIAnAiplZxF54cAiNkF9pQeR7B16hHcg

domenica 9 settembre 2018
martedì 27 febbraio 2018
domenica 25 febbraio 2018
sabato 24 febbraio 2018
mercoledì 21 febbraio 2018
martedì 20 febbraio 2018
Sono un prof, mi autodenuncio!
Interessante articolo che offre vari spunti di riflessione.
http://www.varesenews.it/lettera/un-prof-mi-autodenuncio/
http://www.varesenews.it/lettera/un-prof-mi-autodenuncio/
"Sono un prof, mi autodenuncio!
Egregio direttore,
sono un docente con un profilo Facebook pubblico, liberamente aperto anche ai miei studenti.
Ho sempre creduto di svolgere il lavoro di insegnante con “etica e buon senso” e ora, ascoltando le parole del Ministro della Istruzione, mi sento confuso se non addirittura messo sotto “accusa”.
Di fronte alla incapacità di formare, selezionare, gestire e responsabilizzare i docenti, li si minaccia. Vietare Facebook è il più becero intervento di facciata.
Di fronte alla incapacità di formare, selezionare, gestire e responsabilizzare i docenti, li si minaccia. Vietare Facebook è il più becero intervento di facciata.
Controllare e garantire che i docenti siano dei buoni educatori, che rispettino gli allievi e che svolgano il proprio delicato ruolo educativo con “etica e buon senso”, è ben altro, ma occorre dare il “contentino” mediatico ai genitori spaventati che leggono certe notizie.
Ci si dimentica di una cosa: io non “faccio” il docente, io “SONO” un docente.
E quando “sei”, non lo sei ad “ore”. Lo sei sempre. 24 ore su 24. 365 giorni all’anno e persino quando andrai in pensione.
Ci si dimentica di una cosa: io non “faccio” il docente, io “SONO” un docente.
E quando “sei”, non lo sei ad “ore”. Lo sei sempre. 24 ore su 24. 365 giorni all’anno e persino quando andrai in pensione.
Quando esci dall’aula, quei ragazzi sono ancora i tuoi ragazzi: se li incontri nei corridoi, per strada, al mare o in montagna, durante un viaggio in giro per il mondo, restano sempre i tuoi ragazzi. Sei felice di rivederli e spesso, ti commuovi anche.
Ho tanti allievi che mi chiamano e mi salutano con entusiasmo e io faccio altrettanto e quasi sempre, se il tempo lo concede, offro una colazione, un caffè, una pizza, ci mettiamo attorno ad un tavolino in un bar con una birretta a scambiar due parole…
Ho tanti allievi che mi chiamano e mi salutano con entusiasmo e io faccio altrettanto e quasi sempre, se il tempo lo concede, offro una colazione, un caffè, una pizza, ci mettiamo attorno ad un tavolino in un bar con una birretta a scambiar due parole…
Allora mi auto denuncio: per quelle volte che ho offerto ad una intera classe la pizzata di fine anno; per quelle volte che abbiamo fatto colazione insieme; per quelle volte che abbiamo fatto partite di calcetto (sì, anche con le ragazze!!); per quelle volte che mi avete invitato a cena e io ho accettato con gioia; per quelle volte che in pigiama, in piena notte, sono entrato nelle vostre stanze durante le gite a “controllarvi”; per quelle volte che ti ho portato di notte, in taxi, in giro per Praga alla ricerca di un Pronto Soccorso, per quelle volte che in preda ad una crisi con i genitori o con il ragazzo/a, sono venuto a trovarti; quelle volte che mi hai chiamato alle 1.30 di notte perché disperato e ubriaco e abbandonato dagli amici per strada; per quelle volte che mi hai scritto fiumi di parole perché avevi bisogno di qualcuno che ti ascoltasse; per quella volta che ti ho ospitato per qualche ora quando eri scappato di casa; per quella volta che ti ho accompagnato in farmacia per prendere il test di gravidanza e aiutato a dire ai tuoi genitori che eri incinta… senza dimenticare gli inviti a casa mia da sette anni a questa parte per le grigliate di fine maturità e i diffusissimi abbracci donati e ricevuti nei momenti di gioia e soprattutto di difficoltà e dolore che abbiamo condiviso.
Ho sempre aiutato a comprendere che esiste il “confine” che differenzia i ruoli, distinguendoli da quei confini che invece “separano”, quei confini che fanno sentire “estranea ed insignificante” una persona nei confronti di un’altra.
Se sei insegnante, la vita di ogni ragazzo che hai incontrato, ti appartiene per sempre, non puoi esser freddo e indifferente. Perché se un allievo ti chiama, chiede aiuto, correndo i miei rischi e con le dovute attenzioni, non sono mai riuscito a rispondere: “il contratto di lavoro lo vieta”, “sono fuori orario di scuola per cui non posso incontrarti”, “attendi dopo le vacanze”…
Ho sempre preferito al rispetto “formale”, quello sostanziale. Perché se un alunno si alza in piedi quando entri, se non fiata quando sei in classe e trema quando lo interroghi, non necessariamente, in cuor suo, nutre stima e rispetto per te.
Se sei insegnante, la vita di ogni ragazzo che hai incontrato, ti appartiene per sempre, non puoi esser freddo e indifferente. Perché se un allievo ti chiama, chiede aiuto, correndo i miei rischi e con le dovute attenzioni, non sono mai riuscito a rispondere: “il contratto di lavoro lo vieta”, “sono fuori orario di scuola per cui non posso incontrarti”, “attendi dopo le vacanze”…
Ho sempre preferito al rispetto “formale”, quello sostanziale. Perché se un alunno si alza in piedi quando entri, se non fiata quando sei in classe e trema quando lo interroghi, non necessariamente, in cuor suo, nutre stima e rispetto per te.
La mia gioia più grande è quando ad un allievo “scappa” un TU anziché un lei perché senti in quel TU, non mancanza di rispetto e prepotenza ma “confidenza”. Sì, confidenza!
Perché confidenza non è “approfittarsi o prendersi gioco dell’altro” ma l’apice e meta di ogni percorso e relazione umana: Con-fidarsi è “fidarsi insieme”, fidarsi l’uno dell’altro, sapere che, pur nella distinzione dei ruoli, ci si può affidare l’uno all’altro.
Che bellezza per chi ci arriva.
Che tristezza per chi ancora non l’ha capito o addirittura la combatte questa confidenza, perché, in fondo, vuol dire che non l’ha ancora sperimentata. “Mi fido di te.. cosa sei disposto a perdere?”
Perché confidenza non è “approfittarsi o prendersi gioco dell’altro” ma l’apice e meta di ogni percorso e relazione umana: Con-fidarsi è “fidarsi insieme”, fidarsi l’uno dell’altro, sapere che, pur nella distinzione dei ruoli, ci si può affidare l’uno all’altro.
Che bellezza per chi ci arriva.
Che tristezza per chi ancora non l’ha capito o addirittura la combatte questa confidenza, perché, in fondo, vuol dire che non l’ha ancora sperimentata. “Mi fido di te.. cosa sei disposto a perdere?”
Non fraintendetemi: la mia riflessione è volutamente provocatoria e sono favorevole ad avviare una seria riflessione sul ruolo dell’educatore e su cosa sia “etico e di buon senso” per una professione così delicata; quello che mi spaventa sono sempre l’imposizione dall’alto, i proclami e le minacce mediatiche. Interventi a gamba tesa, fatti senza conoscere la specificità di tutti i ruoli educativi, non solo quelli del docente, che non possono essere migliorati e resi più efficaci, mettendo semplicemente dei divieti che, pur con il buon intento di limitare situazioni gravi e pericolose di casi specifici, hanno poi come effetto quello di paralizzare e impedire il dialogo educativo che tutti gli altri insegnanti hanno costruito negli anni con fatica."
Luigi (tuoprof) Rutigliani www.tuoprof.it
Pubblicato da Luigi tuoprof Rutigliani
5 febbraio 2018
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Monologo sul bullismo di Paola Cortellesi. Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia! ho 6 anni e oggi è il mio primo giorn...
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